Eclissi sui mondi

Dichiarazione: solo la storia è mia: i personaggi appartengono a Joss Whedon (the mutant enemy) e alla U.P.N. A chiunque possa rivendicare la proprietà di James Marsters vanno i sensi della mia invidia più sfrenata. Non ho inteso violare alcun copyright né alcun diritto di altro genere e ho scritto unicamente per divertimento e senza alcuno scopo di lucro.

 

 

La notte scorsa sono tornato sotto casa sua. Proprio come ai vecchi tempi. Era tutto buio, sembrava vuota, ma io sentivo che dentro c’era lei, sola. Ho schermato la mia presenza, un maestro vampiro può impedire che una Cacciatrice si accorga di lui, a patto di non arrivarle troppo vicino. E io sono un maestro. Lo ero già al tempo della nostra storia, e il tempo per noi porta forza invece di logorare.

È passato così tanto tempo da quando sono partito da Sunnydale, Sunnyhell preferisco ancora chiamare questo posto dannato, per andare a leccarmi le ferite di quell’invincibile amore a Praga, la città che ho amato più di tutte, e poi a Londra, perché alla fine, quando sei ferito davvero, devi tornare a casa. E ho lasciato che il tempo passasse, e sono tornato vampiro, e gli esseri umani erano solo ombre e cibo. Non più suono di risa e di voci, non più tempo passato insieme a guardare la televisione e litigare, combattere e nascondere una sorta di riluttante, imbarazzata tenerezza. I loro volti e le loro voci cacciati in fondo alla memoria dalla volontà divenuta implacabile. Per autodifesa. Per non morire. E il calore della pelle, del respiro, era solo un richiamo per la fame.

Fino a che una notte, un annuncio, un trafiletto su un giornale sfogliato per caso ed eccomi là. Senza nemmeno sapere bene perché, a disagio sotto le volte in pietra azzurra e grigia di una grande chiesa gotica, e tra un numero sorprendentemente alto di uomini impeccabilmente vestiti, impeccabilmente inglesi. Come me. Anch’io impeccabilmente inglese (nessuno può esserlo più di un gentiluomo vittoriano) e impeccabilmente vestito di tweed, come quella volta di tanto tempo fa. Per onorare lui. Il feretro davanti all’altare, in mezzo alla navata.  L’uomo che è stato mio nemico e mio compagno di battaglia. L’unico suo vero padre. L’uomo che nonostante tutto mi aveva protetto quando ero sconfitto e neutralizzato e –per quanto preferissi morire piuttosto che ammetterlo– spaventato a morte. L’uomo che avrebbe voluto, forse, essere mio amico. Non lo è stato mai, ma non ci odiavamo più, alla fine. Ed era leale e più simile a me di quanto lui stesso non credesse. O forse se ne rendeva conto anche troppo. Quell’indole selvaggia tenuta rigidamente sotto controllo. Ancora molto inglese. I suoi occhi che mi sfidavano ad avvicinarmi troppo a lei. Eppure alla fine anche lui l’aveva lasciata. Io non l’avrei lasciata mai, è stata lei a lasciare me, e non sarei mai riuscito a viverle vicino senza che fosse mia, dopo aver assaporato come fosse possederla davvero.

Addio. E il trasalimento quando là nel primo banco, oltre le file degli uomini impeccabilmente vestiti, ho visto le tre figure. L’uomo di mezza età, ingrossato ma ancora bene eretto, vestito di nero, in mezzo alle due esili figurine femminili, con le teste e i visi coperti dai veli del lutto. Ancora in omaggio a lui: tanto rigido formalismo gli sarebbe piaciuto. Anche se non posso vederle in viso, so quale delle due è Buffy. E sento la presenza dell’altro demone dietro di me, in fondo alla navata. E mi giro per abbozzare un cenno di saluto ad una vecchia amica, che per rispondermi solleva il velo nero. Il viso di Anyanka è giovanissimo e bello come sempre, e chissà cosa penserebbe la nostra amica Cacciatrice di un demone della vendetta i cui occhi pieni di lacrime passano dal feretro a quell’uomo di mezza età. La funzione è finita. Tutti si sporgono per il passaggio della salma e poi ordinatamente escono in fila dai banchi, tranne un giovane uomo e una giovane donna che si ritirano nell’ombra, usando il loro potere per celarsi al potere della Cacciatrice. Abbracciati, come sempre, lei, Willow e Xander. Come sempre, e per l’ultima volta, seguendo Giles. A volte ho pensato che l’unico vero amore tra tutti quelli che ci hanno travagliato sia stato quello che unisce loro quattro.

Non li avevo seguiti. Avevo salutato Giles dalla porta della Chiesa, tenendo, da fratello, un braccio intorno alle spalle della donna-demone che era stata la mia amante di una notte, e che piangeva. Senza ritegno adesso… ci eravamo salutati anche noi subito dopo. L’immortalità è una spada a doppio taglio quando ami degli umani, sbaglio che eravamo stati abbastanza stupidi da commettere entrambi. E a quanto pare il tempo, che a noi porta forza, non ci aveva portato saggezza.

 

Avevo sentito il fuoco della sua presenza allontanarsi verso il mare. Non l’avevo cercata, ma mi ero chiesto se fosse ancora una Cacciatrice. E poiché il Consiglio degli Osservatori ha sistemi di sicurezza che non sono affatto impenetrabili come credono, ero riuscito ad avere conferma che, pur essendo sempre una Cacciatrice, (perché si è prescelte una volta per sempre) lei era la prima in innumerevoli secoli ad essersi potuta ritirare dal Servizio attivo, con compiti ora di supporto e a volte di addestramento e assistenza a Cacciatrici e osservatori. E una delle più grandi streghe di tutti i tempi, ed un fedele, coraggioso e vecchio amico erano ancora con lei. Briciola era tornata da tempo ad essere una bellissima sfera di energia. Ed io ero tornato alla vita del vampiro. Ma passati altri venti anni, che mi sono sembrati il respiro di una notte, ho sentito improvvisamente che dovevo tornare qui. E ho lasciato la mia amata città natale, uno dei tanti cuori di una neonata federazione planetaria che nelle sue viscere porta ancora noi creature della notte, e che ospita adesso me e tutta la mia famiglia. Fatta di vampiri. Ho ricostruito il mio clan. E ne sono il capo.

 

Ho deciso che avrei cominciato dalla casa. E lei è ancora qui. Lo sento. Sola. E non so perchè, ma so che la solitudine è definitiva. Anche Willow e Xander devono avere raggiunto quel luogo misterioso che io ho appena intravisto una notte di qualche tempo fa, quando ero un giovane stupido abbracciato da una bellissima donna bruna. Che una notte, ho saputo, disse al suo amante di quel momento che era arrivato per lei il momento di rivedere il sole. Mi fa male pensarci. Ma non l’ho mai veramente persa, perché Dru rimane comunque una parte di me. Abbiamo condiviso troppe cose. Non voglio vedere l’altro mio grande amore. Nella mia mente c’è una bellezza bionda dagli occhi luminosi e dal piccolo, perfetto corpo che irradia potere, una bionda bellezza che non esiste più. Perché agli umani il tempo porta saggezza ma non forza. E perché non avremmo più niente da dirci. Non so perché sono venuto qui, perché ho questo impulso potente di entrare nella casa. Saggio l’esistenza della barriera estendendo appena la mia mente, (lei è sempre la Cacciatrice, e non deve sentirmi) e scopro che non sono mai stato disinvitato. Mi fa assurdamente piacere. Devo andare via di qui, perchè ho fame e non voglio nutrirmi nella città della Cacciatrice. Ma prima passerò dal Cimitero. Voglio rivedere una certa cripta. E vistare la tomba di una donna che è stata mia amica. La cripta è identica. Forse, arrivate a un certo punto di decadenza, le cose non decadono più?

E ho la conferma dei miei sospetti. Avrei dovuto immaginare che li avrebbe messi a dormire vicino a Joyce. Così alla fine di vecchi amici ne saluto tre, e per la prima volta da quando li ho lasciati mi permetto di ripensare davvero ai luminosi capelli rossi e al sorriso di Willow, e all’implacabile diffidenza di Xander, che proprio non sopportava il debole della sua Cacciatrice per noi vampiri. E alla strana, invincibile simpatia che Joyce nutriva per me…..

L’impulso a tornare da lei c’è ancora, forte quasi come ai vecchi tempi. Un desiderio così nitido da essere doloroso, come l’onda di una marea la cui luna porta sempre lo stesso nome. Il corpo che duole per il bisogno fisico e disperato di lei. Inveisco contro me stesso. Fuggire. Buffy non esiste più, è vecchia, vecchia, vecchia, gli anni che per me sono stati il respiro di una notte sono stati tutta la sua vita, che ormai è trascorsa. Se mai tornerò alla Bocca dell’Inferno, lo farò quando non ci saranno più possibilità di sentire ancora la sua presenza, la sua essenza.

E torno a casa. I miei discendenti, i miei figli di tenebra sono preoccupati. Non riescono a riportarmi la serenità, nessuno dei loro sforzi e dei loro doni sanguinosi riesce a scuotermi dal mio torpore. Sembra che non mi interessi più nemmeno la caccia. Allora, poiché non siamo una razza gentile, il più vecchio e forte di loro decide che c’è bisogno di un nuovo Maestro. Gioco a lungo con lui prima di ucciderlo. La crudeltà è vivificante, e servirà di esempio ai miei irrequieti bambini. Mai commettere l’errore di pensare che William il Sanguinario possa essere alla portata di uno qualsiasi di loro. E poi ricado nella malinconia, ma cerco di assolvere nuovamente ai miei doveri di capofamiglia. Devo proteggerli e guidarli, devo rivolgere di nuovo la mia attenzione alle mie amanti. E tutto va avanti bene. Che importa loro se il mio bisogno di tornare alla mia altra casa, alla mia vera amante che non esiste più mi grida dentro sempre più forte? Forse l’errore è stato andare al funerale di Giles, forse è stato quello il sassolino che vent’anni dopo ha fatto precipitare la valanga. So da Halfrek – Cecily, che ogni tanto viene a trovarmi, e che ha pareggiato il suo debito con me innamorandosi inutilmente del vampiro in cui si è trasformato l’uomo che la donna che lei era disprezzava, che Anya è un demone terribile. Ma io scommetto che quando è sola e nessuno può vederla, quel demone terribile a volte mormora un nome. Come faccio io, quasi senza rendermene conto. So anche che Anya ha provato a trasferirsi nella realtà parallela in cui il suo amato è un demone come me. Ma ne è tornata, perché quello in realtà non era il suo amato. Potrei chiedere a Anya di mandarmi in quella realtà. Ma cosa mi fa pensare che “quella” Buffy mi ascolterebbe? E sarebbe ancora la “mia”? e perché ho questi pensieri? Scacciare i pensieri. Scacciare quel nome.

 

Altri anni passano, come il respiro di molte notti. E la Bocca dell’Inferno si sveglia, e molti Maestri che risiedono negli Stati Uniti chiamano per un raduno. Un grande raduno presso la Bocca dell’Inferno, e io devo andare. Si parla di Profezie, della sconfitta definitiva dei Poteri che scelgono le Cacciatrici. Vorrei essere capace di stare alla larga da Sunnydale almeno quanto non riesco ad evitare di desiderare di andarci. Ma posso farlo quasi tranquillamente ora. Più che ricordi non troverò, e i miei ricordi mi perseguitano anche qui.

Chissà come avrà trovato la morte. Per mano di qualche vampiro o demone? Improbabile. E se sono contento che sia riuscita a vivere a lungo, non trovo giusto che le sia probabilmente stata negata una fine degna della più grande Cacciatrice di tutti i tempi. Ma questi sono pensieri oziosi che servono solo a perseguitare il mio dormiveglia mentre l’aereo accuratamente schermato vola sopra l’oceano. La tecnologia aiuta anche i vampiri. Adesso non dobbiamo più vivere in ambienti oscurati: è sufficiente ricoprire i vetri con gli speciali filtri trasparenti alla luce ma che bloccano le invisibili radiazioni solari che sono poi quelle che ci mandano a fuoco. Per millenni abbiamo creduto che fosse la purezza della luce solare, simbolo del Bene, e poi si scopre che invece la colpa è di una radiazione del tutto invisibile sia agli occhi umani che ai nostri. Ironico, no? Eppure a volte ho ancora dei fremiti quando la luce del sole inonda la mia pelle, e personalmente, come a molti altri tra i vampiri più “vecchi” il buio non dispiace. Comunque sto dormendo, e come accade spesso lei torna nei miei sogni. Il suo sorriso. I suoi occhi. Il suo corpo e il mio. E la sua voce, la sua gioia e la sua furia. La vedo ferma nel sole, davanti alla sua casa di Sunnydale, e sua madre e tutti i suoi amici sono con lei. C’è anche lui, naturalmente. Non ho notizie di lui da molto tempo, ma credo che sia ancora qui. È il mio sangue, il Sire del mio Sire, e come ho sentito andarsene Dru, suppongo avrei sentito anche lui.

 

Il luogo scelto per il raduno, incredibile ma non poi tanto, è la vecchia “mansion”. È ancora in piedi ed è stata sistemata di recente. Digrigno i denti nell’entrare in quella che era casa mia. Quando entro nel grande locale al pianterreno, i ricordi mi si affollano intorno. Al piano superiore c’è la camera che dividevo con Drusilla, e mi sembra che lei debba scendere da quelle scale da un momento all’altro. E Angelus mostrava a Dru i gelsomini, nel piccolo giardino qui dietro….. Ritorno alla realtà, al presente. Ci si chiede chi aprirà il raduno e scopro che non c’è un “padrone di casa”: a Sunnydale non c’è nessun maestro. Chiedo perché. La Cacciatrice, è la risposta. Avrei dovuto immaginarlo. Ho un fremito mentre la sensazione del ritorno al passato diventa più forte, ma poi sogghigno. È da molto tempo che il mio record è fermo a quattro. Ho ricominciato a ucciderle quando mi sono reso conto che era diventato materialmente impossibile che ce ne fossero ancora addestrate da lei. E non ho mai voluto giocare con loro, mai fermato a guardarle in viso. O le uccidi, o sei ucciso. Questo è tutto. Uno dei Maestri di San Francisco, uno di quelli che hanno voluto il raduno, sale sul palco preparato e chiede silenzio. Il suo viso si è fissato nella maschera demoniaca. È senz’altro molto vecchio, troppo per voler ritornare alle fattezze umane. Non permetterò che accada anche a me…... Buffy amava il blu dei miei occhi, io lo so anche se lei non me lo ha mai detto. So esattamente tutto quello che le piaceva di me, tutto quello che la faceva infuriare. Come so che in certi momenti il mio viso demoniaco le piaceva, e so che si disprezzava per questo. In comune con il mio patetico Sire quella ragazza ha sempre avuto un’innata capacità di non perdonarsi mai niente.

Ma l’Antico sta parlando. <Noi tutti sappiamo quanto sia pericoloso esserci radunati qui, nelle vicinanze della Cacciatrice. Ma se è vero che l’unione fa la forza, allora non dobbiamo temere, perché il nostro numero è di per sé una protezione.> Soffoco un verso di scherno. Gli anni portano forza, ma non sempre saggezza. Conoscevo una Cacciatrice per cui un simile raduno sarebbe stato una sfida irresistibile.  <Com’è la Cacciatrice?> non avrei dovuto chiederlo, ma è stato più forte di me. <Bella> la risposta è di uno giovane <Lo sono sempre, lo so, ma questa lo è in modo particolare. Bruna, con tratti un poco orientali, alta e snella. Ed è micidiale. Resiste da due anni, è un bel record qui alla Bocca dell’Inferno. E pare che la sua Osservatrice sia qualcosa di eccezionale >.

<Credo che prima di andarmene cercherò di arrestare il suo record e migliorare il mio.> sogghigno ancora, ma l’inquietudine torna ad invadermi. Il giovane mi guarda senza parlare. E l’Antico sta continuando. <E la Profezia dice che alla ventinovesima eclisse le Cacciatrici verranno insieme alla Bocca dell’Inferno, e se noi saremo pronti potremo eliminarle in modo che non ne sorgano altre. E allora la Bocca si spalancherà e l’Inferno tornerà sulla Terra, e noi verremo ricompensati dai Demoni maggiori. Abbiamo studiato a lungo questo passo dei Paradigmi neri, insieme ad altri testi che sono serviti per gli studi analitici comparativi. Le Cacciatrici non potranno essere semplicemente uccise, ma dovranno venire catturate vive e sacrificate con un rito particolare. Avrete notato che il termine Cacciatrici è al plurale, il che indica che saranno più di una: dopo esserci accertati dell’accuratezza della traduzione, abbiamo compreso che evidentemente esistono ancora le due linee che si crearono alla fine dello scorso millennio, e le cui rappresentanti sono probabilmente dislocate una sulla Bocca dell’inferno, e l’altra forse molto lontano. Ma la profezia non sbaglia, ed esse si riuniranno qui la vigilia della ventinovesima Eclisse. Ma il loro sangue non basterà: il rito con cui dovranno venire immolate comprenderà, temo, anche il sacrificio di alcuni di noi.> Un mormorio percorre la sala. Adesso i miei pari sembrano un po’ meno ansiosi di scatenare la Bocca dell’Inferno. Per parte mia ho già dimostrato in passato di nutrire violenti pregiudizi contro questo tipo di soluzioni estreme: ma al momento posso fare ben poco. Possibile che questi pazzi non si rendano conto che se liberiamo i demoni maggiori, -che hanno il nome in testa – noi non saremo che degli schiavi? E resteranno umani da mangiare? Il giovane che ha parlato prima con me mi guarda con aria incerta. Sicuro che da questa parte c’è qualcuno un poco meno pazzo della media. Per il momento conviene continuare ad ascoltare. Improvvisamente il mio sesto senso comincia a tintinnare. È ben nascosta, probabilmente è addirittura fuori di qui, ma c’è. Cacciatrice. Per un attimo penso di dare l’allarme, poi chiudo la bocca e comincio ad avviarmi verso l’uscita. Forse, dopotutto, era destino che William il Sanguinario uccidesse una Cacciatrice a Sunnydale. La sensazione della sua presenza sta diventando così forte che mi meraviglio di essere l’unico ad avvertirla. Non è a Buffy che sto andando incontro, lo so, eppure sono emozionato lo stesso. La sento arrivarmi addosso, la lascio avvicinare, poi mi giro di scatto, ringhiando, sferrando il primo colpo. Salta indietro, è addestrata bene. Si rende conto di non essere alla mia altezza, solo una di loro lo è stata, molto tempo fa, e io adesso sono molto più forte. E non ti amo, bella mia. È alta, almeno quanto me, e scura, ma ricorda ugualmente Buffy. Forse quel fuoco negli occhi, che comunque non è lo stesso fuoco. Si allontana leggermente e mi rendo conto che ha un’apparecchiatura per la comunicazione a distanza inserita nella pelle dietro l’orecchio. L’Osservatore quasi sicuramente le sta parlando. Lei ha un gesto di stizza, mi rivolge un sogghigno, poi si volta e scappa via, e nel modo di correre leggero e potente mi ricorda proprio Buffy. Non la inseguo. Ci sarà tempo….più tardi. Mi giro e scopro che il giovane con cui ho parlato è uscito a godersi lo spettacolo.

<È un privilegio vederti combattere, Maestro….>ha un’esitazione <perdona la mia impertinenza, come sapevi che era qui?>

<Sesto senso. Non so spiegarlo in altro modo. È così forte che mi meraviglio che non lo sentano anche gli altri, e invece a quanto ne so, siamo in pochissimi a riuscirci.> Non mi chiede perché l’ho lasciata fuggire: è giovane ma non stupido. Così come continua a tacere, lasciando a me anche il compito di decidere se avvertire gli altri Maestri che fuori del Raduno c’era la Cacciatrice. Avrà sentito? E quanto? Capisco di non poter tacere l’informazione. Rientro, mi avvicino al piccolo palco, chiedo di parlare mostrando la dovuta considerazione per l’Antico – a volte i vampiri sono più formali di quello che si potrebbe pensare – e faccio un resoconto dell’accaduto. Nessuno ardisce chiedermi perché non ho dato un allarme generale, né perché le abbia permesso di scappare, e io non mi abbasso a spiegarlo. Anche perché in realtà non lo so. È piacevole constatare quanto conti la mia reputazione, anche tra Maestri più vecchi di me. E nessuno comunque può più accusarmi di avere ancora un debole per le Cacciatrici, io sono tornato ad essere solo il loro cacciatore. Poiché c’è ben poco che si possa fare al momento, dopo aver indagato e scoperto che dei vampiri messi a guardia dell’esterno rimangono dei mucchietti di cenere, la discussione riprende.

L’eclisse è prevista tra tre giorni, nel tardo pomeriggio, per cui si dovrebbe passare direttamente dall’ ombra dell’eclisse a quella della prima di una infinità di notti di terrore. Si decide di tendere un agguato la notte successiva nei luoghi di pattuglia. La Cacciatrice deve essere presa viva, non importa quanto questo costerà in temine di vampiri. E i Maestri – studiosi sono sicuri che a quel punto si faranno vive l’altra, o addirittura le altre sue sorelle. Anche se non sanno come. Nutrono una cieca fiducia nella loro profezia. A me non importa quante saranno. Almeno una di loro sarà sicuramente mia, da mettere in gabbia. Anche perché dopo non ce ne saranno più. E io resterò con il ricordo dell’unica, della più forte, della migliore tra loro. Dannazione a questo posto. Non mi fa bene. La Mansion è grande, la maggior parte di noi potrebbe passare la notte qui, ma ormai il luogo non è più sicuro.  Ci trasferiamo tutti nelle grotte intorno a Sunnydale. Scopro che ingenti scorte di sangue sono state preparate per non allarmare la Cacciatrice e la popolazione con un’improvvisa impennata di vittime. Un’organizzazione notevole, ma quanto alla Cacciatrice, ormai le precauzioni sono inutili. Si sarà già allarmata abbastanza.. Con i tre membri della mia famiglia che mi hanno seguito come scorta ci sistemiamo in modo abbastanza confortevole. In una certa cripta. Il giorno è tormentosamente lungo. E io rifletto. Non vorrei davvero aprire la porta ai grandi demoni: ma come impedire che gli altri lo facciano? Eppure il mio demone è eccitato all’idea. Vuole vedere aprirsi la Bocca dell’Inferno, vuole la definitiva sconfitta degli altri Poteri. Quelli che Buffy serviva ….che si sono serviti di lei, di tutte loro, fino alla fine. Devo decidere. Ma non vedo proprio come potrei impedire una cosa simile senza seguire il vecchio metodo, alleandomi ancora una volta con la Cacciatrice. ….e non potrei mai farlo…………davvero? Perché? ““  Voglio salvare il mondo…”” Risento la mia voce di tanto fa, irridente, nascondere l’incomprensibile emozione che provavo davanti a quella ragazza disperata ma non sconfitta. La prima volta che non ci eravamo comportati da nemici. La prima volta che avevamo parlato davvero. La prima volta che ero stato invitato in casa sua. La prima volta che avevo provato a combattere al suo fianco. ““La verità è che a me piace questo mondo….”” È tutto ancora vero. E come allora non voglio che il mondo cambi. Il mondo che anche lei amava. Il mio demone dovrà rassegnarsi. Sarò ancora un traditore della mia razza. Per il bene stesso della mia razza, oltre che per il mio. Noi rimarremo i demoni più potenti tra quelli che camminano sulla terra. Avvertirò la Cacciatrice. Ma combattere al suo fianco…….boh, vedrò per l’ispirazione del momento, non riesco adesso a fare un piano a lungo termine. Il sole sta quasi tramontando, non ho più molto tempo. Devo uscire subito. Un secco ordine trattiene i miei figli dal seguirmi, li manda in direzioni opposte con dei pretesti. Dove posso cercare la Cacciatrice? Una volta avrei saputo dove trovarla, ma adesso quale è il suo posto? Poi ricordo un brandello di conversazione sentito la notte scorsa, e mi dirigo correndo e tenendomi al coperto delle ombre sempre più fitte verso una zona residenziale. L’insegna della palestra è ben tenuta, come l’edificio. E sento la sua presenza, forse si stava preparando a uscire. Devo stare attento, non ha motivo di fidarsi di me, e non bisogna mai sottovalutare la Cacciatrice. Riuscirò a convincerla come avevo convinto la sua sorella maggiore, quella di tanto tempo fa? Non voglio che lei si fidi di me, non voglio arrivarle tanto vicino. Dovrà solo credermi, e rimanere nascosta con le altre sue ipotetiche sorelle da adesso sino alla notte della ventinovesima eclisse, mandando così all’aria il piano e la Profezia. Poi la farò fuori. Lei e tutte le altre. Sono stufo di dovermi alleare con la Cacciatrice per salvare questo sporco mondo.

Eppure la mia decisione è presa. Forse chi non muore è condannato a ripetere sempre la sua storia. A riviverla. Entro con decisione, non ho bisogno di invito. Un sorriso sfrontato e un rapido tocco mentale (anch’io conosco i trucchi da zingari) convincono la ragazza alla reception che sono una faccia nota. L’ambiente è confortevole e quasi lussuoso, sale attrezzi, spogliatoi, docce. E il fuoco della sua presenza che si fa sempre più vicino. La sua sala d’allenamento è riservata. Una strana sensazione di sdoppiamento, come se lei si stesse allontanando, e invece è lì davanti a me. <Salve dolcezza> Mi si scaglia contro brandendo il solito paletto. <Sei troppo impulsiva, tesoro> perché sto ripetendo tutto? Voglio davvero farmi del male? Mi sembra di sentire Buffy, devo farmi forza per bloccare l’attacco. <Ascoltami solo un momento, non sono qui per combattere>

<Io e te non potremmo fare nient’altro> Non mi passa nemmeno per la testa di dirle che potremmo danzare. Con questa davvero non potrei che combattere, ma non è il momento.

La ucciderò quando il pericolo per il mondo che la mia Cacciatrice amava sarà passato.

La blocco quasi agevolmente, e comincio a parlare, velocemente dapprima poi, a mano a mano che mi accorgo di aver catturato la sua attenzione, più lentamente e con calma. Aspetta di avermi ascoltato fino alla fine, prima di aprire ancora la bocca. Questa chiacchiera meno di Buffy.

<Perché?>

<Cerca nei resoconti dell’anno 1999. l’Osservatore era Rupert Giles. Ho già fatto una cosa simile in circostanze quasi analoghe, e i miei motivi sono gli stessi di allora. Motivi puramente egoistici….il mondo mi piace così com’è e non voglio che cambi. È una lunga storia, e visto che potrai leggerla non ti tedierò ripetendola>. E non ho voglia di farmi male. Gli occhi di Buffy mentre mi ascoltava. I miei che continuavano a percorrere la linea della sua bocca. Le nostre voci dal passato **Ti odio…. ** il suo pugno **…ma ti resto solo io.**. Ed è vero anche stavolta. O forse no? Chi c’è alle spalle di questa Cacciatrice? **<La sua Osservatrice è qualcosa di eccezionale….**>…. un’altra cosa che ha in comune con Buffy: Anche il suo Osservatore era assolutamente eccezionale.  Chissà come è il loro rapporto. Ma non voglio pensarci. Le Cacciatrici, ammesso che ne esista più di una, devono essere protette per questa e le prossime due notti, e poi verranno uccise. Da me. E se l’Osservatrice dovesse tentare di mettersi in mezzo… un altro caduto sulla via del dovere. Ma fino alla ventinovesima eclisse saranno intoccabili. Soprattutto per me. Mi guarda con quei grandi occhi scuri, ma è evidente che sta di nuovo ascoltando anche qualcun altro. La sua Osservatrice, ci scommetterei. E poi annuisce lentamente, sia a lei che a me.

<Sta bene> la voce è bassa e calda. Abbastanza, io credo, da mandare i brividi lungo la schiena del giovane vampiro con cui ho parlato stanotte. Forse non era uscito solo per ammirare le tecniche di combattimento di un maestro. Ne parlava come se la conoscesse……ti ricorda niente, Spike? Ma non sono affari miei. E se le cose stanno così, gli farò un favore levandogliela di torno. Subito, prima che sia troppo tardi. Lei ha ripreso a parlare.

<Cercheremo di evitare di essere catturate> allora è vero: sono più di una. <Ma come possiamo tralasciare il pattugliamento proprio adesso?>

<Dammi retta, dolcezza, non faranno grandi danni. Da adesso al giorno dell’eclisse ci sarà più o meno calma piatta>. Tu stai buona e nascosta dove presumibilmente non possa venire in mente a nessuno di cercarti: quindi alla larga dai cimiteri e anche dal Salone di Bellezza, se sanno che stazioni qui. E per l’amor del cielo non andare a casa tua.> Sorride malinconica.<Non ho casa. Sto in un camper, e quello posso spostarlo quando voglio. Anzi, credo proprio che lo farò>. Non le chiedo che precauzioni prenderanno le sue sorelle. Non mi riguarda. Non ancora. Invece assumo il mio tono più freddo. <L’importante è che riusciate a sparire dalla circolazione. Ricorda: tra tre giorni ci sarà un’eclissi, e in quel momento nessuna Cacciatrice dovrà trovarsi nella Biblioteca del ricostruito Liceo di Sunnydale>. Chissà perché non ho provato nessuna sorpresa quando me l’hanno detto,. Certe cose non cambiano mai. Certe altre ritornano sempre.

E alla Bocca dell’inferno, evidentemente, piace stare sotto la Biblioteca di un liceo. Anche se adesso è davvero tutto informatizzato, certe cose non cambiano mai. Certe altre ritornano sempre.

Non ho più niente da dirle, per cui mi giro e me ne vado. Ritorno alla cripta, dai miei piccoli, che hanno diligentemente portato a termine gli inutili compiti che avevo affidato loro. Si rendono conto che mi sono sbarazzato di loro, ma logicamente non fanno domande. E io non ho risposte da dare loro. E tanto meno confidenze da fare. Aspetto. E i ricordi ritornano. Un altro giorno, lungo da far passare. E la notte, che porta libertà. Esco per fare finta di unirmi alla Caccia, e scopro con orrore che l’hanno già presa. Sciocca ragazzina. I suoi occhi insieme simili e dissimili da quelli di Buffy, passano da un viso demoniaco all’altro senza mostrare paura, ma nel fondo c’è angoscia. Non per sé, per gli altri, per il mondo che è condizionata a proteggere. E il mio giovane amico è in prima fila e i suoi occhi non si staccano da lei. Per l’inferno, se conosco quello sguardo. Lo sentivo bruciare nei miei occhi ogni volta che la vedevo. Mi rendo conto con un brivido di quanto vicino io sia stato a ritrovarmi un paletto nella schiena, l’altra notte. Quante volte io l’ho fatto per la mia. Ucciso da un altro vampiro innamorato di un’altra Cacciatrice…  non sarebbe stata una fine ironica? Eppure non sono irato anche perché, quali che siano gli altri miei difetti, non sono mai stato un ipocrita. Solo non guardarla così, ragazzo, mi meraviglio che non se ne siano già accorti tutti, lei compresa. No, lei se ne è accorta di sicuro, finge meglio di te ma non abbastanza per uno che ci è già passato. Conosco anche “quello” sguardo. Interrogativo. Inquieto. Caldo, anche se non vuole ammettere di esserlo. E pieno di una strana fiducia e di odio e di desiderio, tutto insieme. Allora noi non abbiamo vissuto niente di eccezionale?. Non fosse che è vicina la fine del mondo, quanto stareste per soffrire, ragazzi. E adesso che si fa? Non posso più indugiare. Mi faccio largo nella calca mentre la portano via, lo afferro per un braccio, lo trascino con me.

<Per il momento e fino a domani pomeriggio è al sicuro. Non le torceranno un capello, quindi anziché perdere il tuo tempo a morirle dietro aiutami a pensare a come tirarla fuori>. Lui mi guarda sbalordito e sobbalza al mio gesto furioso. <Ma come accidenti è riuscita a farsi prendere? E la sua “eccezionale” Osservatrice non l’ha fatta ragionare? Per l’inferno, io l’avevo avvertita!>

Le sue parole sono un ansito sbalordito: <Tu hai fatto cosa, Maestro?>

<Hai capito benissimo. Non ho nessuna intenzione di passare il resto dell’eternità lustrando scarpe ai demoni che io stesso avrei contribuito a sguinzagliare. Non sono pazzo fino a questo punto. E poi l’ho già fatto, ma sono stufo di ripetermi, e i miei motivi non hanno importanza….. così come sorvolerò sui tuoi.> Quasi sorrido al suo colpevole sussulto, ma poi mi guarda negli occhi e il suo sorriso è arrogante, e lascia che le fattezze demoniache alterino un viso decisamente attraente. Continua a ripeterti che non ti ricorda niente, Spike.

<Perdona ancora una volta la mia impertinenza, Maestro….la fama di William il Sanguinario è troppo grande. Tu non stai alle regole di nessuno che non sia tu stesso. E sapevo anche prima di vederti in azione quanto sia grande la tua forza. È vero, voglio salvarla. E credo di aver bisogno di te per riuscirci. Che facciamo?>

<Scopriamo innanzi tutto dove l’hanno rinchiusa. Io ho già un paio di idee, perché conosco bene la vecchia mansion. Sono certo che lei ha i mezzi per contattare la sua Osservatrice, che anzi probabilmente ha seguito in diretta le varie fasi della cattura. Speriamo che, se l’altra Cacciatrice è già arrivata, l’Osservatrice provveda a tenerla alla larga. Almeno quella. Noi invece elaboreremo il piano per tirare fuori questa. Dovremo riuscirci prima dell’eclisse, o sarà impossibile liberarla: perfino io potrei avere delle difficoltà ad affrontare tutti gli altri Maestri in una volta sola.>. Per la verità ci sarebbe un altro Maestro che potrebbe darmi una mano…. strano che non si sia fatto vedere in una occasione simile. Non credevo che si sarebbe perso la possibilità di far fuori un numero così grande di vampiri di alto rango, per non parlare della necessità di tappare ancora una volta la Bocca dell’inferno. Ma non saprei nemmeno da che parte iniziare a cercarlo ormai, e adesso non c’è più tempo. Del resto, sparire è sempre stata una delle sue molte specialità. Il grande, vero amore di Buffy….. a distanza di tanti anni fa ancora male. Siamo rimasti fuori da soli. Rientriamo tra gli altri che festeggiano, e io accetto una grande coppa piena dalle mani di qualcuno. La mia maschera di demone si rivela, sento i canini che accarezzano l’interno della bocca. E bevo. Lei è stata rinchiusa in una delle stanze sotterranee, davanti alla porta stazionano quattro vampiri di dimensioni gigantesche. Io e il mio compagno passiamo ostentando indifferenza. È un brutto punto da espugnare anche senza contare gli energumeni, che non mi preoccupano più di tanto, ma che potrebbero farci perdere del tempo prezioso o riuscire a dare l’allarme. Sento un ringhio basso al mio fianco e con un tocco leggero induco il mio compagno a seguirmi. Ce ne andiamo come due che hanno ormai soddisfatto la loro curiosità. Lui sta ringhiando più forte ora, il suo demone è in preda all’angoscia all’idea di perdere qualcuno che ama. Conosco anche quella sensazione. Lo scuoto senza gentilezza. <Lascia che quello che senti per lei diventi evidente e non solo non potremo salvarla, ma ci perderai tutti. Non è questo il momento di diventare sentimentale.> Mi guarda contrito, e io sogghigno. Sforzandomi un po’. Vorrei chiedergli a che punto sono arrivati: se lei è ancora alla fase del puro e semplice “tu sei una cosa demoniaca e disgustosa” più botte,   o se è già arrivata a quella “tu sei una cosa demoniaca e disgustosa” più botte più bacio, ma non lo faccio. Non me la sento. Alla fine li ucciderò tutti e due, e non voglio conoscere troppo bene né lui né lei. Quella fase della mia vita è finita. Non ci sono più umani che mi chiamino Spike. E mai permetterò che ce ne siano di nuovo.

<Come facciamo a tirarla fuori da lì?>

<Dobbiamo riuscire ad assicurarci la sua collaborazione. Ci deve essere un modo per avvertirla che..stiamo lavorando per lei, e che dovrà tenersi pronta. E dovremo eliminare le guardie. Adesso dobbiamo dormire, perché gli altri di giorno si ritireranno e noi dovremo essere freschi e riposati. Se riusciamo a farle raggiungere l’esterno in pieno giorno sarà salva. E dovrà tornare a nascondersi, questa volta si spera un po’ meglio.> Le mie stesse parole risvegliano la mia curiosità.  <A proposito come diamine è riuscita a farsi catturare così in fretta? Una Cacciatrice dovrebbe essere più efficiente>

<Hanno catturato una bimba piccola, e hanno mandato in giro la voce che la tenevano alla Mansion. Credo sapesse che era un trappola, e io ho cercato di impedirle di andare ma……… poi sono tornato alla Mansion per una strada diversa>. Già, e chissà quante ne ha prese. Prima. Ma, guarda guarda……lei non lo ha steccato.

<Dov’è la bambina?> Solo il Cielo sa perché l’ho chiesto. E lui abbassa gli occhi senza rispondere.

<D’accordo. Questo ci renderà le cose più difficili, perché lei vorrà cenere di vampiro per lavare il sangue della bimba. Le Cacciatrici sono fatte così. E noi dovremo costringerla a rimandare la vendetta a più tardi. Io direi di agire appena dopo l’alba. Anche se non dovessero dormire saranno torpidi, lenti. Dobbiamo polverizzarli subito e senza fare rumore, non devono dare l’allarme agli altri di sopra. Poi faremo fuori la serratura e la faremo uscire dalle finestre alte che danno sulla strada.

<E noi come usciremo?> 

<Noi non usciremo affatto. Rimarremo qui. Con un poco di fortuna gli altri penseranno che abbia fatto da sola, e comunque non penseranno che chi l’ha aiutata sia stato tanto sciocco da rimanere qui dentro.. né che possa essere un vampiro. L’autoironia ha un gusto amaro nella mia bocca. Nessun vampiro sano di mente aiuterebbe la Cacciatrice.>

Ci ritiriamo in quella che una volta era la mia camera. Nonostante la notte sia ancora giovane, so che dovrei cercare di dormire…ma i ricordi sono troppi. Quando non potevo fare altro che rimanere qui, in questa stessa stanza, seduto su quella dannata sedia a rotelle, sapendo che “loro” erano a caccia insieme…cercavo di assaporare la sensazione calda che mi dava il pensiero della vendetta che mi sarei preso sulla Cacciatrice. Immaginare di bere il suo sangue caldo mi faceva girare la testa, e non mi rendevo conto che in quei sogni ad occhi aperti la stavo stringendo un po’ troppo. Il pensiero di lei mi aveva tenuto compagnia in quelle lunghe notti senza caccia e senza Drusilla, senza violenza e senza passione. E la gelosia. Per Angel, che le aveva entrambe…..

Si rigira inquieto, anche lui non dorme.    <Maestro……> sento la sua esitazione, e prima di potermi frenare commetto un errore. <Chiamami Spike>.

<Spike. Vuoi il mio nome?> Non posso che grugnire un assenso. <mi chiamo Paul. Paul Garrison, quando ero un essere umano, vale a dire sino a quindici anni fa. Ma in realtà quello che volevo chiederti è come mai conosci così bene questo posto >. Gli rispondo. Altro errore. <Ho vissuto qui. Molto tempo fa. Ero il più giovane della mia famiglia allora…..ma ero già un Maestro. Il mio clan dà origine solo a vampiri potenti…il nostro capostipite era un Antico molto temibile. Qui dentro….mi sono successe molte cose>. Ripiombo nel silenzio e nei ricordi. E inseguito dai miei ricordi mi addormento. Verso l’alba, combatto contro il Sonno, quello che ci prende quando il sole si alza, e mi costringo a scuotere il mio compagno. Apre immediatamente gli occhi gialli, la tensione porta il suo demone alla superficie.

<Dobbiamo andare> Oggi è il giorno dell’eclissi. C’è già stata un’eclissi importante anche nella vita di Buffy, ricordo che lei mi raccontava di aver impedito l’ascensione di un essere umano a demone…..io ero via da Sunnydale allora. Credo che mi sarei divertito. Con lei ho sofferto molto, ma mi sono anche divertito un sacco. Violenza assicurata. E piaceva anche a lei. Il combattimento, il potere, non era fatta per la vita normale. Ma non voleva accettarlo. Attraversiamo il grande salone all’ingresso, tenendoci nell’ombra, quelli che sono rimasti alla mansion stanno tutti dormendo. Scivoliamo giù per le scale e arriviamo in fondo. I quattro sono svegli. Faccio un cenno d’intesa alle mie spalle, gli indico i due di cui dovrà occuparsi. Ci avviciniamo come se nulla fosse, loro non hanno motivo di sospettare il mio attacco che ne polverizza immediatamente uno, sento che Paul dietro di me mette a segno il suo colpo….. e mi ritrovo circondato da almeno venti vampiri con i canini snudati, e l’Antico si fa avanti.

<William il Sanguinario> Mi scrollo sprezzante da dosso le mani che mi trattengono, emetto un basso ringhio di avvertimento. Che nessuno dei piccoli osi toccarmi. Non mi tengono più, ma non avrei speranze qualora tentassi un attacco, e me ne rendo conto. Il mio complice invece è saldamente trattenuto, ma è calmo e quasi indifferente. Bene, la sua freddezza ci tornerà utile. L’Antico ci guarda soddisfatto. <La Profezia non mentiva. Vedi, per motivi che ti saranno subito chiari, non potevo esporne l’intero contenuto. Ho accennato al fatto che sarebbe stato necessario anche il sacrificio di alcuni vampiri, ma non sono stato preciso circa il modo di individuarli. E tutti hanno pensato che le Cacciatrici li avrebbero uccisi in combattimento. È stato necessario che….omettessimo di citare la parte della Profezia che dice:     “……due scelti dalle tenebre, due scelte dalla luce. E non temiate che il sacrificio possa restare incompleto, perché coloro che appartengono alle tenebre ma sono innamorati della luce si faranno avanti e si paleseranno, e in tal modo sceglieranno se stessi per essere sacrificati insieme alle Cacciatrici, e una delle prescelte sarà catturata e l’altra verrà spontaneamente per ultima alla Bocca dell’Inferno dove si svolgeranno la Battaglia e il Sacrificio e il suo cuore la metterà nelle vostre mani, e non vi resterà che accoglierla……”. È la prima volta dopo molto tempo che sento freddo. Non è la paura di morire, anche se l’idea mi fa poco piacere. Questo no. Avessi qualche speranza di rivederla, non chiederei di meglio, ma sono sicuro che i nostri punti di arrivo sono diversi. Figurati se a un tipo come me sarà consentito di rivedere una come lei. Stai al tuo posto, indietro, Spike. Come sempre. Ma comunque non ho nessuna intenzione di dargliela vinta, e la linea dura della mascella del mio compagno dice esattamente la stessa cosa. Loro lo sanno, naturalmente. Mi buttano in una cella di fianco a quella della Cacciatrice, e Paul viene scaraventato nell’altra. Senza troppa gentilezza per la verità. Non che me l’aspettassi. Ma hanno commesso il primo errore. Dovevano rendermi inconscio. Come mai l’Antico non ci ha pensato? Forse mi crede troppo giovane. Ma sottovaluta i miei poteri e il retaggio del mio clan, e forse non ricorda che il mio Sire era Drusilla la Pazza. Potrebbe comunque essere difficoltoso, perché Paul non è mio e non appartiene nemmeno al mio clan, e inoltre ci conosciamo da pochissimo. Ma un legame c’è. Lo afferma la loro stramaledetta Profezia. Io e lui siamo i due delle tenebre innamorati della stessa luce, o forse sarebbe più esatto dire di due luci gemelle. E così, non appena il trambusto fuori si è un poco calmato, mi siedo a terra con la schiena appoggiata al muro, chiudo gli occhi come se stessi dormendo e provo. Niente. Provo ancora, più forte, protendendo i miei poteri di Maestro, tentando, chiamando, cercando di vederlo, e finalmente ci sono, l’ho preso, sento la sua sorpresa mentre istintivamente combatte l’intrusione scagliando a caso colpi frenetici. È forte davvero, per uno giovanissimo come lui. Mi ricorda sempre di più qualcun altro, e la mia stretta sulla sua mente si fa insieme più forte e più tenera mentre cerco di instaurare un legame simile a quello del suo sire, e quando lui capisce che sono io e si rilassa posso stabilizzare il contatto tra le nostre menti, tranquillizzando, calmando, spiegando. Lui ascolta con attenzione, adesso è concentrato al massimo: pur non essendo in grado di farmi arrivare altro che sensazioni, alla fine lui riesce a trasmettermi l’assoluta sicurezza che ha compreso tutto, e farà esattamente quello che gli ho chiesto.    Lo lascio con un tocco che con mio disappunto ha un tono affettuoso, e mi preparo a qualcosa di ancora più difficile, di qualcosa, per quanto ne so, di mai tentato. So che è possibile, perché Drusilla era riuscita a ipnotizzare quell’altra Cacciatrice, Kendra, e la testarossa era entrata nella mia mente diverse volte, ma io personalmente non ho mai cercato di contattare la mente di una Cacciatrice.  Nemmeno quella di Buffy, e con lei, le piacesse o no, il legame c’era eccome. Ma devo tentare lo stesso. Anche questa, in fondo è legata a noi… paradossalmente, è più facile che con Paul. Si ripete praticamente l’incontro che abbiamo avuto di persona l’altra notte: dopo un primo momento di resistenza furiosa, si calma e mi ascolta. Anche lei mi trasmette la sensazione di avere compreso tutto. Ma mentre sto per congedarmi l’incorporea mano della sua mente mi trattiene, e lei mi fa capire che la sua sorella di caccia vuole partecipare all’azione. Non le nascondo la mia irritazione. Tutte uguali le Cacciatrici. Se anche noi dovessimo fallire, ma una di loro restasse viva, la Profezia non potrebbe avverarsi. D’altra parte, se davvero è scritto, nessuna forza al mondo potrà impedire a entrambe di trovarsi alla Bocca dell’Inferno al momento giusto.

Comincio infatti a pensare che la Profezia sia ineluttabile quanto a condizioni. Questo però non significa che noi si sia condannati senza speranza, perché l’esito finale di queste oscure predizioni rimane sempre incerto, e quindi sarà meglio essere preparati a tutto. Comincio ad avere fame, ma qualcosa mi dice che domandare sangue o vittime sarebbe inutile. Se sperano che basti così poco ad indebolirmi si sbagliano di grosso.  Chiudo gli occhi godendo della solitudine della mia mente e cerco di prepararmi per una battaglia che potrei anche non vincere, e per il disprezzo dei miei simili. Un disprezzo perenne stavolta. Ma non mi importa molto, dal momento che se la Profezia si avvererà non dovrò preoccuparmi di un futuro che non avrò e se dovesse fallire sarà difficile che qualcuno trovi l’ardire di sfidarmi. Senza contare il fatto che sarò sempre a disposizione di chiunque voglia farmi divertire un po’. Sempre amato la violenza. Stranamente ripenso a Londra, a quel posto quieto nei sotterranei della mia dimora in cui amo rifugiarmi quando sono stanco della compagnia dei miei simili. Sento che il sole ha ormai passato lo zenith, le ombre si stanno di nuovo allungando e la luce fuori ha quella particolare tonalità dorata e polverosa che significa che il giorno sta declinando.  Un sottile raspio contro il muro. E poi loro cominciano. Sberleffi in lingua umana e vampiresca, e come pensavo due dei bestioni vanno a controllare le loro celle, e io mi concentro al massimo e mi alzo fino al soffitto, e resto aggrappato lì. E quando uno di loro decide di dare un’occhiata anche alla mia, giusto perchè, e la vede vuota (ci avrei scommesso che non avrebbero alzato gli occhi) fa quello che mi sarei aspettato, ovvero precipitarsi dentro. L’idiota fa addirittura di meglio: con un ringhio strozzato esce dalla cella per avvertire i colleghi, e lascia la porta aperta. In un attimo sono dietro di lui, in mano il piccolo paletto di legno che è sempre nascosto nel mio stivale, lo polverizzo prima che possa aprire la bocca e ricorrendo alla mia velocità di maestro, come un turbine ne incenerisco un altro. Come avevo sperato non danno l’allarme: sono rimasti pur sempre in due e non vogliono dover spiegare ai Maestri come ho fatto ad uscire. E così ne uccido un altro e l’ultimo apre la bocca per gridare ma non gliene lascio il tempo. Alzo gli occhi, ansimo sebbene io non abbia bisogno di respirare, ma è l’eccitazione. È la prima volta da molto tempo, che mi sento assurdamente…. quasi felice. Pericolo, eccitazione, essere di nuovo un ragazzino cattivo. Proprio come ai vecchi tempi….. il viso di lei, incollato all’apertura della porta cella è pallido e attento. Anche Paul si è affacciato e mi guarda, ma sorride. Afferro le chiavi e li faccio uscire, poi usciamo dall’apertura alta a livello strada. Nessuno. Troppo facile. Ma non posso fermarmi a pensare adesso, io e Paul quasi ci inceneriamo ma riusciamo a ripararci all’ombra dell’edificio, il mio soprabito di pelle e la sua lunga giacca bastano appena a farci raggiungere l’ombra degli alberi, dobbiamo correre, e so dove portarli. Nella mia cripta i miei piccoli sono dove li avevo lasciati con l’ordine di non muoversi fino all’ora del raduno. Quando entriamo i loro occhi si posano immediatamente sull’alta ragazza viva che è con noi, pensano a una preda. Ma il loro sorriso si spegne quando scorgono il paletto nella sua destra, e soprattutto il fuoco dei suoi occhi. Lei si lancia senza una parola contro il più vicino, ma in un lampo io mi metto in mezzo, blocco la mano armata di paletto.

<Sono i miei figli. Non toccarli. E voi rimanete qui!> per fortuna ho dei bambini ubbidienti. Non si muovono, solo uno di loro azzarda <Maestro….. è la Cacciatrice!!>

<Già. Meno male che me lo hai detto. Chiunque sia, resterà con noi per un po’> sento che gli angoli della bocca mi si stanno piegando in quel vecchio sorriso che non facevo da un’eternità, e cerco di resistere ma non ci riesco. <Ragioni superiori. Questo è tutto. Voglio del sangue per me e per il mio amico, e anche lei dovrà mangiare qualcosa>

<E quanto vivrò dopo che l’ora dell’eclissi sarà passata?> non è stupida nemmeno questa. Sento Paul irrigidirsi dietro di me, sento l’improvviso, mortale silenzio dei miei discendenti che cominciano a capire cosa ho combinato. Cosa sto combinando. Paul, piccoli, Cacciatrice. Pericolo su tre lati. Cerco di sembrare rilassato, mi sposto impercettibilmente in modo da vedere Paul con la coda dell’occhio, tenendo sempre ferma la mia stretta su di lei.

<Non so se hai avuto il tempo di leggere le cronache che ti avevo consigliato. Se lo hai fatto saprai che un grande amore della mia vita è sto il mio sire, Drusilla, ma che “il” grande amore della mia intera esistenza è stata una Cacciatrice. Una a cui tu non allacceresti nemmeno le stringhe delle scarpe. Era una dannata spina nel mio dannato fianco, una dannata carie in un dannato canino, una dannata pulce nel mio dannato orecchio, era la peggiore tribolazione che potesse capitare a chiunque, ma l’ho amata completamente, disperatamente, con tutto me stesso, e lei non ha mai voluto crederci. E l’amo ancora. L’amerò per sempre. Non che siano fatti tuoi….> scocco un’occhiata circolare ai due “nemici” e sento ancora il mio vecchio ghigno <o forse lo sono anche troppo. Ti dice niente il mio discorso?> non ho resistito alla tentazione di stuzzicarla, e lei si vendica immediatamente.

<So tutto della tua storia con Buffy Summers>

**Proprio tutto tutto…. è  impossibile, dolcezza** ma lo penso senza dirlo. I miei figli sono rimasti immobili, non sembrano nemmeno troppo scioccati, la fama di vampiro strano l’ho sempre avuta. Il pomeriggio sta avanzando e mi riscuoto, mi rivolgo proprio a loro.

<Non intendo prestarmi alla pazzia che ci farà tutti schiavi dei grandi demoni. Credetemi, non farebbero troppe differenze tra gli umani e i demoni minori e ibridi come noi. Sono fermamente convinto che l’Inferno stia bene dove sta. O siete con me… o preparatevi a non vedere né continuare il vecchio mondo, né “sorgere” per modo di dire quello nuovo>

<Siamo con te >. È il più vecchio a parlare per tutti. E so che è sincero, perché la mia presa sulle emozioni dei miei piccoli è forte. Questo pericolo è eliminato. E Paul. Povero Paul, non ho fatto che sbalordirlo in queste ultime quarantotto ore. Sorride perché pensa, come io volevo che pensasse, che il ricordo della mia Cacciatrice metterà al sicuro la sua. E lui ora si fida di me. Un errore.ma è molto giovane. Peccato, non avrà il tempo di diventare più saggio.. Lei sembra assente adesso, un poco più rilassata, e nello stesso istante in cui si rianima, li sento anch’io. Stanno arrivando. Una terribile imprecazione mi esce dalle labbra, e mi concentro per schermare la nostra presenza, ma  è inutile. Ci sono troppi maestri tra loro. Fuori, le ombre sono svanite in una specie di crepuscolo. È una strana eclisse, ma tra poco ci sarà una oscurità completa. I miei piccoli muoiono per difendermi, e noi siamo catturati di nuovo, nonostante si combatta come solo una Cacciatrice, William il Sanguinario e un giovane innamorato pazzo potrebbero fare. Non riusciamo a farci uccidere. Come sapevano della cripta, continuo a domandarmi mentre vengo trasportato incatenato verso una costruzione ultramoderna. Forse ci hanno addirittura lasciati fuggire perché restassimo tranquilli fino al momento giusto. La Bocca dell’Inferno sta chiamando. La sento. E capisco che noi verremo, semplicemente, buttati dentro. In modo da dare al primo dei grandi in attesa la forza necessaria per rompere l’ultima barriera e uscire. E poi tutti gli altri…. L’idea di morire non mi attira, ma non mi sento di invidiare quelli che rimarranno. A meno che l’altra Cacciatrice non resti ben nascosta, rendendo inutile il nostro sacrificio. Ma so che la troveremo lì: la maledetta Profezia finora non ne ha sbagliata una. Dovremo prepararci a combattere. Pure nel terribile frastuono riesco a ritrovare le menti di entrambi, e proietto il mio pensiero nei loro.

<Dobbiamo riuscire a restare vivi fino alla fine dell’eclisse>.  Mi arriva la loro sensazione di accordo e poi, attraverso me, si protendono a toccarsi.  So che è semplicemente più forte di loro. Con un brivido che mi percorre da capo a piedi sento bruciare la stessa passione che io e Buffy abbiamo conosciuto. La stessa sensazione di essere perduti senza scampo. Interrompo gentilmente il contatto, gli occhi mi bruciano. Non devo lasciare andare i pensieri da quella parte. È inutile, e questa non è più la mia storia. Siamo dentro e la biblioteca è completamente diversa tranne che per un cerchio e un simbolo sul pavimento, un disegno assolutamente uguale a quello di prima. Certe cose non cambiano mai, certe altre ritornano sempre, penso assurdamente mentre vengo rimesso in piedi. La Biblioteca è grande, ma conterrà non più di una cinquantina di vampiri, tutti maestri. Gli altri hanno circondato l’edificio. Fuori il buio è ormai assoluto, e i miei colleghi iniziano uno strano canto, a cui il demone dentro di me sembra rispondere. Mantenere il mio viso umano è impossibile, anche Paul al mio fianco ha il suo aspetto demoniaco, lei si guarda intorno senza paura.

**Se tua sorella riesce a restare alla larga, forse andrà tutto bene….almeno per il resto del mondo** sono certo che mi ha sentito. Mi guarda con un sorriso strano, sembra rilassarsi tra le braccia del vampiro che la sta trattenendo. Improvvisamente la testa scatta indietro con violenza tale da costringerlo a mollare la presa, mentre le mani si liberano dai legacci, la pelle si è strappata per la violenza del colpo che lei stessa ha dato, l’odore improvviso del suo sangue colpisce me e tutti gli altri come una pugnalata fatta di desiderio. Ma quello era il segnale, lei sta già combattendo, e io strappo a mia volta le corde e comincio a colpire e mordere i miei stessi simili, Paul non riusciva a liberarsi da solo ma ci ha pensato lei. il nostro unico vantaggio è che non possono ucciderci immediatamente, e non possono accorrere tutti, perché quelli impegnati con l’incantesimo non possono interromperlo. Non spero che ci salveremo, solo che gli daremo filo da torcere fino a che l’eclissi sarà passata. Non dovrebbe mancare molto ormai, i nostri assalitori si fanno frenetici. Mi hanno immobilizzato, mi trascinano verso la maledetta Bocca che si sta aprendo, sento il ruggito di Paul, ma sono lontani, non riuscirò…….. e poi improvvisamente tre maestri vengono polverizzati prima di poter reagire e lei è in mezzo al gruppo, ma io non riesco ad aiutarla, non posso, sono immobilizzato peggio di prima e lei mi grida furiosa di chiudere la bocca e muovermi, dannazione a me. Obbedisco come le ho sempre obbedito, automaticamente respingo un paio di colpi, ma i miei occhi a dispetto del pericolo in cui siamo tutti continuano a cercarla, non credevo che vedere un fantasma potesse riempire di una gioia così folle. Sono troppi, ci bloccano di nuovo anche perché da fuori sono entrati rinforzi, io e lei veniamo trascinati insieme verso la rumoreggiante Bocca. I demoni prigionieri là sotto aspettano che la nostra energia li liberi, e adesso ci siamo tutti, penso incoerentemente, adesso loro vinceranno e mi colpisce l’ironia tremenda della cosa, mi viene voglia di gridare e lo faccio, furioso con il destino, furioso con la sua allieva Cacciatrice, furioso con lei perché ha permesso che per più di cento anni io soffrissi per la sua mancanza, pazzo d’amore come sono sempre stato, vivendo in un ricordo che non era necessario. Per poi saltare fuori giusto in tempo per farsi ammazzare insieme a me. I miei ultimi pensieri saranno, come sempre quando c’entra lei, di amore e di rabbia. Mi giro per dirle per l’ultima volta quanto io la trovi insopportabile, quanto l’abbia sempre odiata, ma incontro i suoi occhi e annego nelle lacrime che li riempiono. Siamo sull’orlo della Bocca, e le nostre dita si intrecciano. Andremo giù insieme. Forse fa parte del rito. Ma io sono Spike, William il Sanguinario, Maestro del clan di Aurelius, e non perderò il mio amore dopo averlo ritrovato. E salverò il mondo della Cacciatrice. Una sola occhiata per noi è sufficiente come sempre, e sfruttiamo la spinta che dovrebbe mandarci dentro la Bocca per saltarla in lunghezza, e atterriamo calciando il petto dei vampiri che dall’altra parte cercavano di godersi lo spettacolo. Paul e l’altra stanno ancora combattendo, e ormai l’eclisse sta passando. Riusciamo a riunirci e formando un unico gruppo di combattimento, tenendoci uniti, guadagniamo un’uscita laterale che sia io che Buffy ricordiamo bene. La Bocca si sta chiudendo, tra le urla di delusione dei demoni ancora imprigionati. E il cielo nero della prima sera non nasconde più alcuna eclissi. Corriamo verso le luci accese delle strade, e per il momento la caccia si interrompe. So che continuerà per tutta mia esistenza e per quella di Paul, il nostro genere non ci perdonerà il tradimento. E per le Cacciatrici non cambierà nulla. Arriviamo ad un’abitazione anonima, io e Paul veniamo invitati a entrare. L’altra Cacciatrice e il mio simile escono subito su un piccolo terrazzo da cui si può vedere, nascosti, la strada. E mi lasciano solo con lei, e con il più imbarazzante dei silenzi. Ma non posso, non voglio evitare di guardarla negli occhi, e lei cerca il mio sguardo senza esitazione. Non sono sicuro di quello che quegli occhi stanno cercando di dirmi. Forse sono troppo arrabbiato per leggere chiaramente. Vorrei ucciderla per tutto quello che mi ha fatto soffrire, sempre, dalla prima volta che ho posato gli occhi su di lei. Vorrei stringerla fino a toglierle il respiro. Vorrei fare l’amore con lei adesso, subito. Non le chiedo come sia possibile. Solo adesso mi rendo conto che avrei dovuto arrivarci: non si muore due volte. I non-morti non invecchiano, e lei è una non-morta. Non è un vampiro, ma questo non significa che il suo corpo sia uguale a quello che era, ed è sicuramente più simile al mio di quanto non le faccia piacere ammettere. Alla fine è lei a fare la prima mossa. Un passo, un altro e io improvvisamente ho le gambe molli. Cerco di irrigidirmi ma non ci riesco. Basta la sua vicinanza a togliermi la capacità di reagire. Il tocco della sua mano, lieve, sulla guancia. L’altra mano che prende la mia, la appoggia sul suo viso umido. E poi è tra le mie braccia. Non riesco ancora a parlare, ma finalmente mi esce una domanda come un gemito: <Perché?> Parla senza alzare il viso. <Dopo che te ne sei andato, ho fatto di tutto per dimenticarti. Poi gli anni sono passati e io…. mi sono accorta che non invecchiavo. Sai che nemmeno noi ci avevamo pensato fino a che non è diventato evidente? Willow e Xander….  a un certo punto sembravano i miei genitori. Ma non aveva importanza per noi…. abbiamo sempre vissuto insieme. E io ….avevamo notizie di te. Dal Consiglio…. Le volte che ti hanno dato la caccia. Volevano che ci pensassi io…mi sono sempre rifiutata. Un’altra volta no, ho detto. Non sarò io a farlo. E sapevo che nessun altro ci sarebbe riuscito. So di portare il peso delle tue vittime…ho anche pensato di fartelo sapere, ma la nostra storia era costata così tanta sofferenza a entrambi, e ho voluto lasciarti a Londra, alla tua felicità di demone… ho cercato fino all’ultimo di non farmi vedere da te, al funerale di Giles avevo il volto velato….>> Sussulto e la sento sorridere lievemente contro la mia spalla. <Io so sempre quando ci sei. Ti ho sentito quando sei venuto sotto casa mia due volte, due notti: una parte di me sperava che tu entrassi, che tu vedessi il mio viso e capissi subito… ma non ho fatto nulla e alla fine ho sentito che ti allontanavi. La notte successiva sono andata alla cripta e ho trovato i segni del tuo passaggio e anche i fiori freschi sulla tomba di mia madre, e l’ultima volta anche su quelle di Willow e di Xander….>> la sua voce, bassa ma ferma, si incrina per la prima volta. E io mi maledico per non aver ascoltato il mio istinto, il mio desiderio pazzo di entrare nella casa e andare da lei. Davo per scontato che il tempo……a lei non avesse portato che vecchiaia e morte. Non ho voluto ricordare che anche lei è una che sta sempre fuori dagli schemi. Anche il suo potere è cresciuto, come il mio. Anche per lei il tempo non è passato invano. Le ha portato forza. Intelligenza no, in questo caso sarebbe rimasta nascosta. Ma certo, non avrebbe mai potuto abbandonare al suo destino l’altra Cacciatrice anche se, con una curiosa sensazione alla bocca dello stomaco, mi rendo conto che si è gettata nella mischia quando nella Bocca stavo per finirci io.

**….. e l’altra vi verrà consegnata dal suo cuore….**.

Non voglio pensarci. Se avesse sentito qualcosa per me non avrebbe lasciato passare un secolo senza cercare di rivedermi.  E deve essere stata dura anche per lei… tutti quelli che ami che ti passano accanto, che ti lasciano per andare…altrove……. e non ha mai cercato di rivedermi. Improvvisa come un’onda di freddo, l’idea che, per tutto questo tempo, ci sia stato Angel a farle compagnia ….ma in questo caso lui non sarebbe mai mancato all’appuntamento con l’eclisse. Per quanto poco mi piaccia, devo riconoscere che vigliacco non è mai stato. Non voglio chiederle niente di lui. Non ancora. E poi, nel maremoto delle mie emozioni di questi momenti, affiora di nuovo la rabbia. Per furioso che io sia non sarei mai capace di allontanarla davvero dalle mie braccia, così la scosto appena da me: ma sento i miei occhi lanciare fiamme.

<La mia felicità di demone dici? Quale felicità?  Io non ho mai conosciuto felicità prima di stare con te, e non ne ho più conosciuta dopo essere stato separato da te. È vero, la nostra storia è costata sofferenza a entrambi, ma non venire a raccontarmi che senza di me sei stata meglio, Cacciatrice. Perché sai benissimo che mentiresti. Tu e il tuo maledetto caratteraccio…. hai inflitto a entrambi più di un secolo di solitudine….e di dolore… quale accidenti di felicità di demone?  Ho passato questo secolo invidiando la pazzia di Drusilla!>

<Povero caro> anche i suoi occhi bruciano, e la voce è tagliente e tremante insieme <tutto un lungo secolo passato a bruciare, vampirizzare, uccidere……essere costretto a divertirti mentre soffrivi tanto!! Ci è giunta spesso notizia delle attività cui ti dedicavi, senza dubbio per nobilitare le tue sofferenze >. Sempre stata impicciona la ragazza. Ma il mio sangue canta, mentre lei senza accorgersene ammette di aver sempre pensato a me, di non avermi mai dimenticato. Non ero solo come pensavo: la mia Cacciatrice mi portava nel suo cuore, le piacesse o no. E ha rifiutato di uccidermi…. Le sorrido e sento che è lo stesso sorriso della prima volta che ci siamo incontrati.

<Non ho mai chiesto scusa per ciò che sono, bellezza. E non comincerò adesso> il tentativo di lei di sciogliersi dal mio abbraccio mi fa tremare. <A meno che> mi affretto ad aggiungere senza mollare la presa <tu non lo ritenga indispensabile per restare con me, nel qual caso chiederò scusa per tutto quello che vorrai.  Perché io non ti lascerò più andare, Buffy. Non ci sarà perciolo che io ti lasci più andare. Tu sei mia, non lo vedi?>

<Non posso restare con un Maestro vampiro, e non è questo il momento di discutere. Dobbiamo fare un piano per prenderli di sorpresa domattina>

<Se vuoi prenderli di sorpresa domattina il piano c’è già, e questo è esattamente il momento di discutere di noi, invece.    Cacciatrice, se continui a divincolarti ti bacio fino a toglierti le forze. Anzi, lo faccio comunque> Non è affatto difficile, e alla fine siamo tutti e due senza fiato.

<Dobbiamo pensare a quei due là fuori>

<Per l’amor del cielo, Buffy, lasciali stare. Hai già rovinato le nostre esistenze, lascia che almeno loro soffrano in santa pace. E solo loro due. Non ti mettere in mezzo, anche se sei la sua Osservatrice. E poi non hai visto come si guardano? Qualunque cosa tu possa fare o dire è tardi, sono andati. E poi….> di nuovo il mio sogghigno che la fa infuriare, lo so, ma non posso farci niente < …….non sarebbe il caso di dire la famosa frase: “da che pulpito…” ?>

<Intendevo dire che dobbiamo parlare tutti insieme. E poi che idea assurda ti è venuta? Io non sarò mai un’Osservatrice. Io sono una Cacciatrice, i due ruoli non possono venire ricoperti dalla stessa persona>

<Ma… ho saputo che ti eri ritirata dal servizio attivo….>

<Vero, ma in casi eccezionali sono più che pronta a rientrare. Come ho fatto stavolta. E comunque resto la Cacciatrice: e poi mi ci vedi a rompere l’anima alle colleghe? Davvero non capisco come ti sia venuto in mente> La sua espressione indignata mi farebbe ridere se non fossi così curioso. <Ma allora chi…. va bene, penso che la incontrerò tra poco, giusto? Che si fa adesso?>

<Chiamiamo i due là fuori. E poi andiamo dall’Osservatrice e facciamo un piano. E conclusa questa storia… io e te parleremo, te lo prometto. Anche perché la nostra storia va avanti da troppo tempo, e dobbiamo trovare una soluzione>. Capisco che adesso non è il momento di discutere, ma se la mia Cacciatrice pensa davvero che ci possa essere per noi una qualsiasi soluzione diversa dallo stare insieme per sempre, si sbaglia di grosso. La voglio. Come so che lei vuole me, l’ho capito quando l’ho baciata. Lo sento nella sua voce. Lo leggo nei suoi occhi. “Quello” sguardo. Interrogativo. Inquieto. Caldo, anche se non vuole ammettere di esserlo. E pieno di una strana fiducia e di odio e di desiderio, tutto insieme. Certe cose non cambiano mai. Certe altre ritornano sempre. E non sempre è un male.

“Loro” rientrano quando lei chiama la sua collega, e scopro che il suo nome è Alyson. Rientrano senza toccarsi, ma continuando a sfiorarsi. Incapaci di stare alla larga. Conosco il problema. E conosco anche l’espressione di lui, fame che non potrà che continuare a crescere.

<Ho chiamato Amber> deve essere l’Osservatrice, e mentre lo penso la porta si apre piano e una voce dolce chiama i loro nomi. Ho l’ennesimo colpo al cuore di questa interminabile notte. La donna è alta ma non troppo, esile, e il suo viso sottile da furetto diventa di colpo splendido nel sorriso che illumina la stanza mentre vede salve le sue Cacciatrici: e i suoi capelli sono di un rosso luminoso come il suo sorriso. Sento la mano di Buffy sul braccio. <Ti presento Amber Harris. Osservatrice di Alyson e mia, amica di entrambe, bisnipotina di due che conoscevi.>. Così, Xander e Willow avevano trovato il modo di non lasciarla sola del tutto. Mentre l’altra Cacciatrice e l’Osservatrice parlano tra loro lei mi sussurra, quasi percependo o indovinando i miei pensieri:

<Se Amber non avrà dei figli… “loro” spariranno del tutto dalla mia vita. Se tu avessi visto suo padre… gli stessi occhi del nonno….la stessa risata… e la stessa genialità di Willow. Ma comunque, non erano loro. Non lo sono più.  Siamo rimasti tu, io …….e Angel.>  Non mi meraviglia sentire i canini graffiare le mie stesse labbra. Ma non ho il coraggio di domandarle dove sia mai finito il Patetico, mi limito a guardarla e lei scrolla lievemente le spalle.

<Va sempre più spesso nella dimensione in cui era dovuto andare a riprendere Cordy….. in quella ormai si  trova bene, e quando è là è irraggiungibile. Ma i suoi aiutanti sono bene allenati, e infatti non eravamo soli a combattere prima…mi hanno aiutata a entrare e hanno eliminato un bel mucchio di quelli che facevano la guardia all’esterno.>

Adesso mi spiego la facilità con cui siamo riusciti a guadagnare questo rifugio. Ma un pensiero mi raggela.

<Aspetta un attimo… me se avevate un esercito a disposizione, perché avete lasciato che io e Paul ce la cavassimo da soli per liberare Alyson?> ma conosco già la risposta, e lei abbassa gli occhi.

<Dovevo…… dovevamo sapere quello che avresti fatto. Come ti saresti comportato. Sei arrivato a Sunnydale come se, con tutti gli altri Maestri, tu volessi la fine del mondo…ma poi hai cercato Alyson e ti sei schierato dalla nostra parte….> la testarossa la interrompe.

<In realtà Buffy era l’unica non avere dubbi e a sostenere che bisognava darti tempo perché alla fine avresti deciso di aiutarci.> una pausa <Si è sempre fidata di te>. So da tempo, grazie a Buffy, che un cuore defunto da centinaia di anni può ancora farti tanto male da darti la sensazione di doversi spezzare da un momento all’altro. Così non sono sorpreso per quello che sento, solo per il fatto che questa volta è per una gioia che non credevo avrei mai più provato. Ma Alyson si guarda intorno impaziente.

<E’ ora di uscire, Buffy. Dobbiamo aiutare quelli di Los Angeles, in giro ci saranno ancora un sacco di vampiri, e anche se la gente è stata avvertita di stare chiusa in casa stanotte, puoi scommettere che qualche imbecille in giro c’è sempre. Inoltre ho voglia di fargliela pagare, e ne resteranno meno da eliminare domani.> Lei ride, e negli occhi le si accende lo sguardo da killer che conosco bene. Poi si gira verso di me, e il tempo fa davvero un balzo all’indietro.

<Andiamo> neanche si cura di chiedere, pretende, semplicemente. E io, William il Sanguinario, per gli amici Spike, inglese purosangue, leale suddito (e dico sul serio) di Sua Maestà Britannica, tutt’ora poeta (anche se non lo dirò mai nemmeno a lei), innamorato della Cacciatrice, e vampiro, sospiro e la seguo. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che la stessa occhiata è lanciata a un altro povero demone come me, che come me sospira e segue la sua Cacciatrice. Ormai ha saltato il fosso. Me ne vergogno, ma sono contento di non averli uccisi. Anche perché non so se ci sarei davvero riuscito.

Ci accordiamo brevemente e prendiamo strade opposte. Appuntamento prima dell’alba. Mentre cammino accanto a lei mi sento pervadere dall’eccitazione della caccia, e dalla felicità quasi insostenibile di poterla guardare. Non riesco a distogliere gli occhi da lei, mi sembra che se smettessi di guardarla sparirebbe. E so che se la dovessi perdere di nuovo, stavolta non potrei sopportarlo. Ho voglia di afferrarla e portarla lontano, solo noi due. Quale sarà il nostro futuro? Veniamo attaccati da un gruppetto di vampiri, ma non è un problema, siamo come un’unica macchina per uccidere, la nostra intesa non ha sofferto della separazione cui ci ha costretti il suo ineffabile caratterino. Le ore passano mentre combattiamo e uccidiamo. Quasi non sento gli insulti particolarmente sanguinosi che le nostre vittime lanciano al mio indirizzo, ma c’è inquietudine nei suoi occhi mentre mi guarda. Sono di nuovo un paria. A volte intravediamo altri gruppi di cacciatori combattere la nostra stessa battaglia. E finalmente la notte, che è ormai vecchia, si fa calma. E lei mi prende per mano e mi porta per una strada che conosco bene. La casa è stata conservata perfettamente. Avevo deciso che stavolta non sarei andato a vederla, non volevo sentirla vuota o riempita da altri respiri. Il mio albero c’è ancora, e la mia mano sfiora la sua corteccia rugosa. Mi colpisce il pensiero che c’è un solo essere vivente che io ami più di questo. Lei mi prende la mano, mi porta verso la casa, mi fa entrare. Dentro sono cambiate molte cose, ma per me è tutto identico. È solo più piccola di come la ricordavo…incontro di nuovo i suoi grandi occhi, riempiti di domande. Adesso è il momento della resa dei conti. E anche se il mio corpo reagisce disperatamente alla vicinanza di lei, al fatto che siamo soli, al pensiero del suo grande letto al piano di sopra, a un amore e a un desiderio che hanno bruciato da soli per più di un secolo, so che prima dovremo parlare. E spiegare. E decidere. Non so che piega prenderà la conversazione, ma so che alla fine, e prima dell’alba di questa notte, lei sarà di nuovo mia. O io non lascerò vivo questa casa. Né mi importa. Ma io non resterò senza di lei. Mai più Spike senza Buffy. Mai più di nuovo solo. Mi porta verso il divano, appoggia la testa sulla mia spalla, mi abbraccia e lascia andare un sospiro sfinito e contento. Anch’io chiudo gli occhi. Mi sento in pace per la prima volta dopo tanto tempo, e le lacrime bruciano dietro le mie palpebre chiuse. È lei a parlare per prima.

<Che facciamo di noi, Spike?>

<Stiamo insieme>

<Tu la fai sempre troppo facile. Io Cacciatrice, tu vampiro, ricordi? Anzi, Maestro Vampiro con tutte le maiuscole, e sei di nuovo libero di uccidere, e lo hai fatto senza remore. A che quota sei con le Cacciatrici?>

<Credo tu lo sappia benissimo. Quattro. E poi tutti gli altri. Ma ti avevo persa. Mi avevi lasciato.>

<Non venire a raccontare che è colpa mia!>

<Non intendevo questo. Ma tu mi hai scacciato, e io non volevo morire, così sono riuscito a neutralizzare il chip, e il mio amore per la violenza è diventato l’ancora a cui mi sono aggrappato. Ma amo te molto di più di quanto non ami la violenza, e con gli assassinii ho chiuso. Te lo giuro.> La accarezzo dolcemente mentre parliamo, e nonostante la rabbia nella sua voce lei mi lascia fare. Siamo stati separati per troppo tempo, sento che l’autocontrollo di entrambi sta slittando via, anche le sue mani stanno iniziando a muoversi.

<Sarebbe cambiato qualcosa?>

<Se tu non mi avessi lasciato? Certo. Non avrei ucciso. O forse sì… non fartene una colpa. Nonostante sia furioso con te, so che non potevi agire diversamente. E nemmeno io.>

<Ma a Londra…ci sono i vampiri del tuo clan. Come farai con loro?>

<Sapranno presto quello che è successo. Ci saranno le necessarie battaglie per la supremazia e alla fine troveranno un altro Maestro. È anche probabile che si sentano in dovere di tentare di uccidermi, ma mi conoscono e forse saranno abbastanza saggi da rinunciare. Sono miei e mi dispiacerebbe doverli uccidere.>

La sua bocca si stacca dal mio collo e io mugolo una protesta.

<Non ho intenzione di permettere che qualcuno ti tocchi>.

<Grazie piccola, ma posso badare abbastanza bene a me stesso.>

<Allora anch’io combatterò e farò la ronda da sola> La mia presa sulle sue spalle si irrigidisce immediatamente.

<Non pensarci neanche. Non ho intenzione di correre il minimo rischio con te>

<Io sono la cacciatrice…. me ne infischio se mi sono ritirata dal servizio attivo, ho più o meno un’eternità da far passare e non ho nessuna voglia di trascorrerla annoiandomi a morte…per cui dovremo discutere anche del nostro ruolo di difensori l’uno dell’altra….> ma la sua voce è diventata un mormorio sotto le mie labbra, e finalmente le sue braccia si alzano intorno al mio collo, mentre la prendo tra le mie e mi avvio verso le scale e verso il nostro letto.

<ma credo che potremo discuterne più tardi>.